Gabriella Edifizi si è prestata alla realizzazione del laboratorio di
“Creta cieca” a scopo benefico per una buona causa
Il fare ad arte è un’attività rigorosa che coinvolge la sfera più sensibile dell’essere umano, per questo Gabriella Edifizi offre da anni ad adulti e bambini laboratori che possano divenire uno spazio dove la creatività e il piacere del fare siano i protagonisti.
I primi laboratori Gabriella li propone alla prof.ssa Giaccone responsabile allora del plesso scolastico della Val Tidone. La sua fiducia e lungimiranza le permettono di far decollare il primo laboratorio alla Scuola Primaria di Pianello con una sperimentazione denominata “Educazione plurisensoriale”, seguono poi nelle Scuole Primarie di Nibbiano, Borgonovo, Trevozzo, Ziano Piacentino, “Musicalmente, “Forma e colore”, “Forma e colore, movimento”.
Rivolgendo la sua creatività artistica all’uso dell’argilla vive un lungo periodo nelle vicinanze di Urbino dove continua la sua attività didattica in Scuole, Centri, Enti, gruppi privati e associazioni a Urbino, Urbania, Fermignano, S.Angelo in Vado offrendo laboratori con l’uso dell’argilla e proponendo anche la meditazione creativa a bambini delle scuole primarie, secondarie, medie, superiori, gruppi turistici.
Fin dall’inizio obiettivo del suo lavoro è quello di stimolare e sviluppare le capacità di percezione di tutti i sensi e rendere quindi visibile il “percepito” attraverso ciò che il soggetto è in grado di realizzare con gli stimoli proposti.
L’intenzione è di mettere “in gioco” non solo l’intelligenza ma anche l’emotività al servizio della creatività di bambini, ragazzi e adulti. Questa alchimia dice Gabriella può realizzarsi solo quando la sperimentazione e il gioco, quindi non il prodotto finale, ne siano i principali attori.
L’argomento trattato mi offre l’opportunità di porre a Gabriella Edifizi alcune domande.
Quindi cuore di tutti i tuoi laboratori è la sperimentazione attraverso i sensi?
Sì sono profondamente convinta che la loro preziosa interazione, guidata attraverso le tecniche di realizzazione del fare ad arte sia un invito ad acquisire una maggior consapevolezza di sé e ad un confronto diretto con l’arte. La manipolazione dell’argilla offre un percorso per educare all’osservazione, all’analisi, alla concentrazione, un ampliamento dei propri orizzonti senso percettivi. E’con questo intento che nasce una delle mie molteplici sperimentazioni come quella suggerita alla Pro Loco di Pianello per la Fiera delle Arti e dei Mestieri che si intitola “Creta Cieca”.
Qual’è lo spirito che muove il laboratorio?
E’ quello di avvicinare le persone all’opera ed alla pratica ceramica attraverso l’esperienza tattile e riscoprire il senso del tatto senza l’aiuto della vista, senza l’intervento manuale di chi conduce e perseguendo come risultato ultimo la sorpresa di ciò che si andrà a produrre con la creta.
Lo si potrebbe anche definire un percorso creativo?
Sì un percorso breve e discreto che oltre a mettere il partecipante a contatto con l’argilla e scoprirne le caratteristiche può far nascere l’incoraggiamento alla riscoperta di quella che io definisco, fin dall’inizio dei miei laboratori, la “camera interiore”, quel luogo quasi materiale tra testa, cuore, pancia, dove si coltiva l’espressione dell’essere.
Perché hai definito il laboratorio come gioco tattile?
Perché “Creta Cieca” è un laboratorio senza pretese ed è stato considerato e proposto, nonostante il lavoro di ricerca per progettarlo, come un gioco e per alcuni può rimanere tale. Tuttavia il laboratorio, se vissuto con uno spirito attento, può far nascere riflessioni sul mondo interiore sia del singolo soggetto che dello stesso in interazione con il mondo che umilmente va ad avvicinare quello della non abilità e in questo caso specifico quello dei non vedenti e degli ipovedenti.
Secondo te, culturalmente le persone in generale sono pronte ad avvicinare il mondo della non abilità?
Io credo che ogni strumento che ci viene offerto per far muovere quel qualcosa che culturalmente rimane sopito ed al quale si guarda a volte con sufficienza ed indifferenza, potrebbe essere uno dei passi verso la consapevolezza dei propri limiti e di quelli che incontriamo sulla strada dell’accettazione e dell’accoglienza. La fantasia, lo stupore, costituiscono un modo per lanciarsi oltre la barriera del visibile, per catapultarsi in una dimensione che può trasformare se non cambiare i punti di osservazione su noi stessi e sul mondo. La manipolazione della creta è uno di quei mezzi che può condurci in luoghi che paiono sospesi nello spazio e nel tempo per scoprire o trovare coordinate nuove per leggere il reale che ci circonda.
Gabriella pensi che “Creta Cieca” sia un “gioco” adatto a tutti?
Ogni vita è un’enciclopedia, una biblioteca, un inventario di oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili. Hanno partecipato a questo laboratorio anziani, insegnanti, artisti, studenti, stranieri. Molti si sono divertiti, altri dall’esperienza hanno scoperto qualcosa di se stessi. I bambini devono ancora coltivare la loro manualità attraverso i sensi quindi il loro allenamento è in addivenire, per questa ragione ho fissato il limite di età ai 17/18 anni. Per gli adulti che credono di conoscere i loro sensi il gioco può farli tornare bambini.
Penso che la manipolazione della creta può aiutarci a rispondere alle domande: “Chi siamo noi e chi è ciascuno di noi? “. Può aiutarci a capire che noi, oltre ad essere una combinatoria di esperienze, d’informazioni, di letture, d’immaginazioni, facendo il passo per uscire dalla prospettiva limitata dell’ io individuale, potremmo non solo entrare in altri io simili al nostro ma far parlare ciò che non ha parola.
Grazie alla realizzazione del laboratorio sono stati raccolti fondi che personalmente Gabriella, Alberto, Graziano, Daniela e Lara hanno consegnato nelle mani della responsabile dell’Associazione INDACO di Reggio Emilia nella persona di Franca che ha voluto ringraziare tutti coloro che si sono prestati alla raccolta di questi fondi.
E noi organizzatori delle Arti e dei mestieri 2018 vogliamo gridarvi un ulteriore